Bologna, 19 febbraio 2025 – La notizia è stata resa nota solo pochi giorni fa ma risalirebbe a un sequestro avvenuto nel porto di Dover lo scorso dicembre. Una charity britannica, la World Horse Welfare, ha intercettato un trasporto illegale di cavalli che si apprestavano a essere contrabbandati fuori dal confine degli Uk.
Si tratta di 20 cavalli che, in condizioni raccapriccianti, erano stipati in un solo trasporto. Tutti molto magri, emaciati, malati, affetti da ogni sorta di parassitosi. Molti di ignota provenienza.
Il carico dell’orrore era probabilmente destinato alla macellazione fuori dai confini di Sua Maestà nonostante dal maggio dell’anno scorso viga il divieto assoluto dell’esportazione di animali vivi per la macellazione.
Orrore senza fine
I racconti di coloro che per primi hanno aperto le paratie del trasporto sono terribili. Scene che possiamo purtroppo immaginare e che ogni volta lasciano senza parole.
Le autorità portuali di Dover, dopo aver ricevuto la segnalazione di un puledro a terra nel trasporto, hanno fermato il camion e l’hanno indirizzato verso un’area di sosta attrezzata dove, una volta aperto il portellone, si sono dovute confrontare con un raccapricciante disastro.
Secondo uno dei primi soccorritori, i cavalli erano totalmente immobili, atterriti e sotto shock. Inermi verso la tragedia che stavano vivendo. Paralizzati dalla paura.
Tra i venti cavalli c’era di tutto: pony, cavalli da diporto, Purosangue… Per cinque di loro, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.
«Al di là dell’orrore per le condizioni di questi cavalli è stato incredibilmente triste vedere che in questo gruppo eterogeneo alcuni erano perfino tosati e ferrati. Quindi in precedenza ben curati… Mentre ora apparivano disorientati, poveri e depressi, con uno sguardo oramai vuoto. Arreso». Queste le parole di una delle responsabili di World Horse Welfare intervenute sul posto.
Al momento del trasporto dall’Irlanda, paese d’origine del trasporto, attraverso la Gran Bretagna verso l’Europa continentale, il Regno Unito e l’Irlanda erano state colpite da condizioni meteo estremamente avverse, che hanno ulteriormente aggravato le sofferenze dei cavalli nel loro viaggio dell’orrore.
Una seconda chance
Sette dei venti cavalli, quelli che godevano di migliore salute, sono stati reclamati dai loro proprietari.
Gli altri otto sono stati abbandonati, compresa una cavalla gravida e tre puledri terrorizzati.
Dopo un periodo di quarantena, i cavalli rimasti senza padrone sono stati portati all’Hall Farm Rescue and Rehoming Centre di Norfolk della World Horse Welfare.
Tutti stanno ricevendo cure e trattamenti medici appropriati, in modo che si possa trovare per loro una nuova casa sicura.
Doverose considerazioni
Tralasciando etichette e querelle inopportune, mentre aspiriamo a conquistare nuovi mondi e sogniamo di sbarcare su Marte, è davvero ancora necessario doversi confrontare con una crudeltà di questo genere?
Qui il tema non è mangiare o non mangiare carne di cavallo (o di qualsiasi altro animale).
Il tema è decidere se desideriamo, una volta per tutte, assumerci la responsabilità della nostra posizione nella scala gerarchica degli esseri che popolano il pianeta. L’uomo, il sapiens, non può continuare a rendersi responsabile di comportamenti che generano situazioni di questo genere. Dove le vittime sono altri esseri senzienti, capaci a vario titolo di provare emozioni. A meno che non si voglia continuare a dare prova di chi sia veramente la bestia.